sabato 29 novembre 2008

Natale si avvicina!

Questa mattina mi è arrivata la comunicazione da Imperica (società a cui sono affiliata con il mio gigacenter) di nuovi partner.
Natale si avvicina e lo shop si arricchisce di nuovi nomi, e questa comunicazione è ricca di nuovi negozi dai quali acquistare regali per Natale.
FoppaPedretti
Mercatone Uno
NewToys
Sony
La Città del Sole
Su quest'ultimo ci tengo particolarmente a spendere due parole, perchè è qui che nella mia infanzia sono stati acquistati alcuni dei migliori regali che abbia ricevuto: libri e carte per gli origami, set per la creazione di quadretti in sabbia colorata...
Per un bambino è bellissimo ricevere un regalo e il classico peluche, fa sicuramente piacere ma è un regalo un po' fine a sè stesso, mentre invece qualcosa che stimoli il cervello del bambino è sicuramente un regalo utile oltre che piacevole. E per farlo non è necessario per forza regalare un libro di scienze! O, peggio, un'enciclopedia in cd rom. Ridiamo ai bambini/ragazzi la manualità, stacchiamoli dal computer o dal videogame o dalla tv per un paio d'ore almeno...
Qualche idea?

per i piccolissimi:
cubi di pezza
sonagli da passeggino
tracciato divertente

dai 3 ai 6 anni:
banco da lavoro
Playmais
bolle di sapone... molto particolari!

dai 6 ai 9 anni
penna spyrogiro
generatore eolico
pressa per fiori
lattina robot

dai 9 ai 14 anni
curiosità scientifiche (quando i ragazzi imparano senza nemmeno accorgersene!)
kit creazione candele
carta da origami
collezione di minerali
Planetario!

Ci sono poi anche giochi in scatola classici per tutte le età.
Vale la pena perdersi un attimo e fare dei regali utili quest'anno!

mercoledì 19 novembre 2008

perchè facciamo "all'italiana"?

Ieri sera ero a casa di amici e mi sono messa a discutere (anche un po' animatamente) con un ospite su una questione a me molto cara: la raccolta differenziata.
Nel mio Comune da alcune settimane è stata agevolata la raccolta differenziata nel senso che ognuno ha il proprio bidone nel quale inserire i rifiuti indifferenziati, mentre per carta plastica e vetro rimangono i bidoni di sempre.
Il ritiro della spazzatura indifferenziata ha un costo, pertanto conviene differenziare per risparmiare sulla bolletta della spazzatura.
Io non sono potuta andare alla riunione di presentazione perchè non stavo bene ma pensavo fosse ormai un obbligo differenziare, nel senso che credevo che chi fosse stato sorpreso con spazzatura riciclabile nel bidone degli indifferenziati sarebbe stato multato.
Invece ho saputo che c'è chi pensa "che me ne frega, io pago di più ma non faccio la differenziata, butto tutto insieme". E qui la discussione si è animata, perchè mi è stato detto che non ho il diritto di andare a rompere le scatole alla gente se butta un mozzicone per terra o se non fa la differenziata, che non sono cose che mi riguardano, e che ognuno a casa propria fa quello che vuole.
Io ho ribattuto che ho tutti i diritti di riprendere qualcuno che sta inquinando, e lo faccio ogni volta che ne ho l'occasione, ogni volta che qualcuno lascia il motore della macchina acceso inutilmente, ogni volta che qualcuno butta una cicca o una cartaccia per terra... ovvio, accetto il rischio di sentirmi dire delle parole ma la cosa non mi ferma. Ognuno a casa sua fa quello che vuole fino a un certo punto! Perchè nel momento in cui mi butti la plastica insieme alla spazzatura normale, se viene bruciata libera gas tossici! Allora, non è più casa tua.. è casa di tutti! E se accetti che sul piano etico ho ragione non mi spiego perchè continui a farlo.. vuol dire che non hai etica?
Mi è stato detto che "c'è chi fa di peggio" e che "lo fanno tutti", che "tanto poi alla discarica va tutto insieme" e che "ma io al mio paese la differenziata la faccio, qui vengo solo una volta a settimana..."
Ma che razza di obiezioni sono? Sembrano buoni motivi? Perchè noi italiani diamo risposte così stupide? perchè "la terra dei cachi è la terra dei cachi"?

Ho addosso una gran tristezza...

Nel frattempo sto leggendo una nuova edizione di un libro che avevano regalato a mio padre nel 1980 forse un po' come presa in giro quando ha comprato la casa in campagna, lui, milanese D.O.C.
Il libro è "Guida all'autosufficienza" di John Seymour. Impressionante come nel giro di 30 anni le due edizioni si differenzino. Nella prima "il libro dell'autosufficienza" tutti gli argomenti sono trattati come se fosse una cosa assolutamente normale prendersi un podere e vivere dei prodotti di questo. In questa edizione si parla della necessità di staccarsi dal mondo commerciale, dell'esigenza di ritrovare le radici e tovare un modo per ritornare a mangiare cibi sani e ridurre l'enorme danno che stiamo portando al pianeta e della consapevolezza che non è impresa facile ma che almeno qualcosa può essere fatto.
Questo libro è un manuale ma visto l'argomento che mi sta molto a cuore, sto leggendo tutti, introduzione compresa (io che le salto a piè pari), e vorrei riportare un paragrafo che secondo me è adatto all'argomento di questo post:

"Ma che differenza farà (potreste chiedervi) se faccio le scale a piedi anzichè in ascensore, o abbasso il riscaldamento di un paio di gradi, o vado in bicicletta anzichè in auto? I vantaggi economici non sono sostanziali, perchè nessuno mi paga per ciò che faccio per il bene comune, per la terra e per il mare, che sono di tutti. Questa è la tragedia della condivisione di un bene comune: nessuno ci paga per tenere puliti gli oceani o l'aria. Ma se è vero che io sono l'unico sule cui azioni ho un certo controllo, allora quello che faccio conta molto. Magari non conta niente per il vasto mondo ma conta molto per me."

Lo trovo un libro rassicurante e pieno di spunti interessanti (specialmente per me che sogno di ritirarmi sul cucuzzolo della montagna ad allevare mucche, caprette e pecore...) anche per chi semplicemente voglia imparare un minimo di manualità o ritornare ad utilizzare prodotti fatti in casa...